Con la sfilata di Louis Vuitton a Parigi, il 1° ottobre si è concluso il mese della moda, inaugurato dalla New York fashion week ai primi di settembre e seguito a ruota dalle sfilate di Londra, Milano e Parigi. Anche quest’anno gli occhi erano puntati soprattutto sulla moda italiana, settore trainante della nostra economia.

Con 78 mld di fatturato, di cui 51 in export, la moda è il secondo settore manifatturiero in Italia, dopo le attività metallurgiche. Si tratta dunque di uno dei pilastri fondamentali dell’economia nazionale.

L’intero sistema moda conta circa 82mila imprese attive, di cui 20.559 in ambito pelletteria (25%), 45.882 in ambito abbigliamento (56%) e 15.493 in ambito tessile (19%) (fonte: Cribis Industry Monitor).

Nonostante la crisi, il settore tessile resta una delle principali realtà per l’industria manifatturiera italiana, grazie alla continua ricerca in qualità, stile e innovazione. Nell’ultimo decennio, le esportazioni dell’Italia sono aumentate del 3,3% e la bilancia commerciale si è mantenuta sempre in positivo. I prodotti che registrano il maggiore successo a livello internazionale sono i tessuti, i tessuti tecnici/industriali e i tessuti non tessuti.

Il primo mercato di sbocco dell’industria tessile italiana è l’Europa, con il 77% di quota in volumi e il 69% in valore. Il primo Paese importatore è la Germania, con più di 114mila tonnellate di prodotti tessili importati nel 2017, per un valore di oltre 1 miliardo di euro.

Le chiavi del successo di questo settore trainante per la nostra economia risiedono nella tradizione produttiva e nell’alta specializzazione lungo tutta la filiera. Ne consegue che anche chi si occupa di creazione e traduzione di contenuti legati al mondo della moda debba essere fortemente specializzato in questo settore e costantemente aggiornato sulle ultime novità, sia dal punto di vista tecnico che delle tendenze.

Parlare, scrivere e tradurre l’alta moda, soprattutto se apprezzata in tutto il mondo come quella italiana, potrebbe sembrare facile ma non è così. Ci sono pochi corsi di specializzazione, servono conoscenze acquisite con passione immergendosi nel modo delle passerelle, assorbendo il linguaggio, le espressioni, i modi di dire tipici del fashion.

Il linguaggio della moda richiede uno stile creativo e conciso ma anche incisivo per attirare l’attenzione. Le continue innovazioni in campo tessile, le tecniche di fabbricazione molto complesse e la costante evoluzione per anticipare le tendenze, sono le insidie maggiori di questo settore così affascinante e strategico, che solo un traduttore specializzato può essere in grado di riconoscere e superare.