Il termine interprete deriva dal latino interpres e significa colui che spiega ciò che è oscuro; colui che spiega il significato; colui che fornisce il significato.
I concetti di interpretare e interprete tendono perciò a sovrapporsi etimologicamente alle nozioni di tradurre e traduttore. Ciò che li differenzia è la modalità di esecuzione: l’interpretazione infatti si differenzia dalla traduzione innanzitutto per la sua caratteristica di immediatezza.
L’interpretariato di trattativa, anche chiamato liaison interpreting o community interpreting, ha cominciato a diffondersi dal 1960, in netta contrapposizione all’interpretariato di conferenza.
Il primo filone che si professionalizzò fu quello legale: già dal XVI secolo l’interprete era presente nei tribunali, anche se si è dovuto attendere il XX secolo per il suo riconoscimento professionale.
Negli anni ’70 nacquero l’interpretariato nel settore medico e nei servizi sociali, in particolare negli Stati Uniti, dove vennero create delle organizzazioni apposite per l’assistenza nel campo medico.
Sulla scia degli Stati Uniti, con tempi e modalità diverse, l’interpretariato nel settore pubblico cominciò a evolvere, sino all’apice raggiunto negli anni ’90 quando diventò il fulcro della cooperazione e dello scambio internazionale. Dal pubblico al privato, in particolare al mondo del business, il passo è stato breve.
La variabile culturale è fondamentale in settori come quello legale o medico, ma anche nel settore economico gioca un importante ruolo nel raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
Le recenti vicende che hanno visto coinvolta l’azienda Dolce e Gabbana in Cina, ad esempio, fanno comprendere come un problema derivante da un’incomprensione legata alla cultura possa ostacolare il raggiungimento di un accordo commerciale.
È dunque fondamentale conoscere le differenze culturali nell’ambito del business, per evitare complicazioni o compromettere il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Anche la negoziazione è parte fondamentale degli incontri commerciali: essa caratterizza le interazioni di tipo commerciale che la hanno come obiettivo centrale.
Durante la negoziazione possono verificarsi un ampio ventaglio di situazioni: da discorsi di benvenuto, a discussioni su contratti, a riunioni specifiche su determinati argomenti fino ad attività ricreative come visite guidate e pranzi, cene ecc. con diversi gradi di formalità.
La sfida dell’interprete è di riuscire ad adeguare i livelli di formalità e di linguaggio a seconda della situazione o del luogo dell’incontro.
L’interprete di trattativa deve quindi possedere una buona preparazione culturale e una buona conoscenza delle tecniche di negoziazione per portare a buon fine la contrattazione.
La sfida più grande, però, risulta essere l’imparzialità.
Nel settore del business, spesso la figura dell’interprete durante gli incontri commerciali non è considerata fondamentale e si preferisce ricorrere a figure bilingue che hanno, solitamente, un diverso ruolo all’interno dell’azienda.
Questo spesso causa confusione e problemi nel raggiungimento dell’obiettivo della contrattazione, perché viene a mancare l’imparzialità garantita dall’interprete professionista.
Soltanto rivolgendosi a un’interprete professionista di comprovata esperienza, in grado di offrire un’adeguata consulenza nelle negoziazioni commerciali, durante i meeting o le fiere internazionali, si avrà la certezza di raggiungere i propri obiettivi e di non fare un buco nell’acqua.