L’Italia è il paese europeo che vanta il maggior numero di prodotti agroalimentari di origine e a indicazione geografica protetta riconosciuti dall’Unione Europea. Come difendere questo patrimonio?

Attualmente, sono ben 823 i prodotti certificati che contribuiscono a rendere l’Italia un paese unico al mondo. Un importante riconoscimento della grande qualità delle nostre produzioni e del forte legame che lega le eccellenze agroalimentari italiane al proprio territorio d’origine.

Il sistema delle certificazioni geografiche istituito dall’Unione Europea favorisce il sistema produttivo e l’economia del territorio; esso promuove inoltre la sostenibilità, tutelando l’ambiente e la coesione sociale dell’intera comunità. Da ultimo, ma non per importanza, tutela i consumatori, grazie ad un livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare più elevato rispetto ad altri prodotti.

Ma cosa significano precisamente queste sigle e cosa prevede la normativa?

DOP (Denominazione di Origine Protetta) è il marchio che l’Unione Europea attribuisce agli alimenti con caratteristiche qualitative che dipendono esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti.
L’ambiente comprende sia fattori naturali (clima, caratteristiche del suolo), sia fattori umani (tradizioni tramandate nel tempo, artigianalità, ecc.) che, combinati, consentono di ottenere un prodotto unico e inimitabile.
A questo gruppo appartengono salumi, formaggi, oli e alcuni ortofrutticoli. Affinché un prodotto sia DOP tutte le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire in un’area geografica limitata. Esiste inoltre un rigido disciplinare cui i produttori devono fare riferimento.
Attualmente sono 573 i prodotti con la Denominazione DOP, di cui 167 prodotti agroalimentari e 406 vini.

IGP (Indicazione Geografica Protetta) è il marchio che l’UE attribuisce ai prodotti agricoli e alimentari che per qualità o caratteristiche peculiari sono strettamente collegati all’origine geografica e la cui produzione e trasformazione avviene in un’area geografica determinata. Nel gruppo rientrano frutta, ortaggi, cereali e carni fresche. Anche in questo caso, chi produce deve attenersi a un rigido disciplinare.
Questo marchio è attualmente attribuito a 248 prodotti, di cui 130 prodotti agroalimentari e 118 vini.

STG (Specialità Tradizionale Garantita) non fa riferimento all’origine ma ha l’obiettivo di valorizzare la lavorazione tradizionale di un prodotto. In questo gruppo per il momento rientrano soltanto la mozzarella e la pizza napoletana.

Un patrimonio ricchissimo che va tutelato e protetto soprattutto dall’Italian Sounding, fenomeno molto diffuso all’estero, ovvero la contraffazione che imita i prodotti italiani ricalcandone la denominazione. I prodotti maggiormente “violati” e oggetto di frode alimentare sono i vini, gli oli, i formaggi e il miele.

Come difendersi?

Nella tutela della filiera agroalimentare gioca un ruolo fondamentale la promozione internazionale dei nostri prodotti locali. Comunicare in modo efficace e ineccepibile la qualità superiore dei prodotti italiani è il primo passo per cercare di arginare il fenomeno della contraffazione che danneggia pesantemente la nostra economia. Il falso Made in Italy nel settore agroalimentare, infatti, è un business che vale quasi 22 miliardi di euro e che cresce con percentuali a due cifre anno dopo anno.

Affidarsi a dei veri professionisti, esperti del settore, per la traduzione di etichettature, packaging, schede alimentari, liste d’ingredienti, brochure, siti web e tutti i documenti di marketing è una scelta strategica per far comprendere e apprezzare l’eccellenza del Made in Italy e portare i nostri prodotti autentici sulle tavole di tutto mondo.

Grazie alla loro esperienza, i professionisti del settore non solo conoscono il contenuto dei Regolamenti comunitari ed extracomunitari concernenti le informazioni obbligatorie dei prodotti agroalimentari e l’evoluzione delle normative nei vari paesi, ma sono anche in grado di tradurre con grande efficacia comunicativa e di adeguare i testi creativi di marketing alla cultura e al mercato di destinazione.